Cosa rischia il datore di lavoro se mi controlla con la telecamera ?

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Se il tuo datore di lavoro, senza chiedere l’autorizzazione ai sindcati , ha istallato delle telecamere all’interno del posto di lavoro e l’obbiettivo finisce per catturare l’immagine dei dipendenti mentre lavorano, puoi quererarlo.

Istallare delle telecamere per monitorare i dipendenti, anche se sotto l’apparente scusa di prevenire furti e salvaguardare la sicurezza aziendale, costituisce tutt’oggi un reato.

Solo l’intesa con le rappresentaze sindacali può consentire all’azienda di mettere le telecamere, le quali comunque non potranno mai servire per CONTROLLARE LA QUALITA’ E LE PRESTAZIONI DEI LAVORATORI, ma solo per esigenze organizzative, produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale.

E’ quanto ricorda la Cassazione con una sentenza che riprende quanto , dalla stessa corte affermato nel mese di ottobre.

Anche con il Jobs Act resta dunque reato insatallare telecamere per monitorare l’attività del lavoratore senza l’accordo con i sindacati e in mancanza di un provvedimento della direzione territoriale del lavoro.

Quando sono permesse le telecamere sul lavoro?

La norma, contenuta nello statuto dei lavoratori vieta espressamente l’uso di telecamere e altri strumenti che consentano il controllo a distanza dei lavoratori (localizzatori GPS, telecamere in rete, telecamere a registrazione interna).

L’uso degli impianti audiovisivi è invece permesso dall’azienda solo per tutelare il patrimonio aziendale, ad esempio posizionata in corrispondenza degli scaffali per disincentivare i furti, oppure all’ingresso di una azienda per tenere sotto controllo l’ingresso da eventuali estranei.

 

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